DIFFERENZIAMOCI!
Salerno è un comune italiano, capoluogo dell’omonima provincia in Campania. Risulta essere il secondo comune della regione per numero di abitanti (circa 133.400).
Dal punto di vista storico, tale città è stata il teatro di avvenimenti di importante rilevanza in un lasso di tempo piuttosto ampio, essendo stata nel Medioevo la capitale del Principato di Salerno – territorio che arrivò a comprendere gran parte del Mezzogiorno continentale italiano – ed avendo ospitato all’interno dei propri confini la prima e più importante istituzione medica d’Europa: la Scuola Medica Salernitana, antesignana delle moderne università. Nel 1944, Salerno fu anche sede del governo italiano. Un ulteriore avvenimento fondamentale per questa città è stato rilevato nel corso dell’anno 2008, periodo nel quale venne avviato il sistema di raccolta differenziata (RD) che ha portato Salerno a distinguersi immediatamente tra i vari capoluoghi di provincia per l’alta percentuale di raccolta svolta.
L’anno della svolta
Nell’Ottobre del 2007, arrivò a Salerno il Grand Tour CONAI: un viaggio attraverso l’Italia per scoprire la nuova vita dei materiali da imballaggio. Durante la Conferenza Stampa, venne firmato un protocollo di intesa tra CONAI e l’Amministrazione Comunale, per lo sviluppo della raccolta differenziata integrata dei rifiuti urbani nella città di Salerno. L’obiettivo era attivare sull’intero territorio comunale – nell’arco di un anno – la raccolta porta a porta di tutte le frazioni merceologiche (ad eccezione del vetro).
L’avvio del progetto è stato supportato dalla forte comunicazione da parte dell’Amministrazione e del Conai, che si impegnarono nella comunicazione verso ogni famiglia tramite l’ausilio di mezzi mediatici, ordinanze comunali, sportelli all’interno degli uffici comunali, ecc.; per garantire ai citadini i diritti fondamentali di informazione e partecipazione, al fine di migliorare la qualità della vita dell’intera società.
A causa della grave crisi ambientale che ha coinvolto tutta la regione Campania, con l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3641 del 16 Gennaio 2008, l’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi ha conferito al Sindaco di Salerno – Vincenzo De Luca – i poteri commissariali previsti dalle normative vigenti per la realizzazione dell’impianto di trattamento finale dei rifiuti nel Comune di Salerno.
A seguito della succitata ordinanza, il Sindaco De Luca si è apprestato ad assolvere i propri incarichi. Difatti, il 25 Gennaio dello stesso anno ha disposto l’approvazione della fornitura del materiale e delle attrezzature necessarie per dare inizio alla prima fase della raccolta differenziata nei quartieri della zona orientale della città di Salerno.
A distanza di circa un anno dalla partenza dell’iniziativa, la raccolta differenziata “porta a porta” si estende a tutto il territorio della città di Salerno, propagando il servizio anche ai Rioni Collinari del capoluogo e comprendendo un notevole numero di utenze domestiche e commerciali. Dunque, coinvolgendo un importante numero di persone.
Il “Modello Salerno”
I quantitativi di rifiuti avviati a smaltimento nei periodi gennaio-giugno 2008/2009, mostrano una riduzione del 52% di tali flussi, per una media di oltre 2.200 tonnellate mensili in meno conferite agli impianti di smaltimento. Analogamente si registra una media di circa 2.000 tonnellate mensili di rifiuti in più raccolti in maniera differenziata. Nel periodo di riferimento sono state raccolte in maniera differenziata circa 11.500 tonnellate in più rispetto all’anno precedente, con un aumento percentuale del 246% e si registra anche una riduzione dei rifiuti complessivamente prodotti. La riduzione riscontrata è dell’ordine di circa 600 tonnellate al mese con un valore percentuale prossimo al 10% di rifiuti prodotti in meno.
Nel mese di Ottobre del 2009 Salerno raggiunge un risultato ottimale, aggiudicandosi il titolo di città modello per la raccolta differenziata. Questo primato non è passato inosservato, difatti il 29 dello stesso mese, al Caffè Scienza di Ecomondo di Rimini – la Fiera internazionale del recupero di materie ed energia e dello sviluppo sostenibile – furono presentati i risultati del Progetto Salerno, il quale fece raggiungere alla città il primato italiano tra i capoluoghi con il 72% dei rifiuti raccolti e smaltiti in modo diferenziato. Tale traguardo fondamentale è stato raggiunto circa quindici mesi dopo l’introduzione del servizio di raccolta porta a porta, servizio che è stato esteso progressivamente a tutta la città: dal centro storico alle zone collinari, dall’area della movida alla zona industriale. Da quel momento, si iniziò a parlare di “Modello Salerno”, ergo un modello virtuoso tramite il quale viene riscattata l’immagine del Sud e dell’Italia in generale, incoraggiando altre aministrazioni ad impegnarsi attivamente allo scopo di salvaguardare e tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini.
Adamento della RD negli anni
Rispetto all’anno 2009, tra il 2010 e il 2011 è stato registrato un decremento della percentuale di raccolta differenziata, pur confermando un ottimo standard quantitativo di RD, pari all’incirca al 68,4%.
Dunque, dal 2008 al 2011 – grazie all’attivazione del servizio di raccolta porta a porta, delle isole ecologiche e delle iniziative di sensibilizzazione – il Comune di Salerno si è affermato positivamente nell’ambito della raccolta.
Ciò che si evince, in particolare nel 2011, è un evidente aumento dei rifiuti indifferenziati contemporaneamente a un decremento dei rifiuti da raccolta differenziata. Tale decremento porta alla luce un fatto rilevante, ossia l’esistenza di una consistente area di cittadini inosservanti delle disposizioni in materia di conferimento rifiuti. In tal senso, un dato particolarmente rilevante risulta essere lo scarico abusivo nei pressi delle campane per la raccolta di vetro, principalmente nei rioni collinari e nei quartieri periferici.
Focus sul biennio 2016-2017
Gran parte delle informazioni reperibili riguardo al settore della raccolta differenziata sono concernenti il biennio 2016-2017, con una quantità di dati leggermente superiore riguardanti l’anno 2017.
I grafici mostrano l’andamento dei rifiuti procapite prodotti negli anni 2016 e 2017. Dai grafici si evince che nell’anno 2017 tale produzione è leggermente diminuita. La quantità procapite di rifiuti prodotti nel 2017 è circa 317,19; mentre il totale di rifiuti prodotti è 50.425.125; e la quantità totale di rifiuti differenziati è 29.053.555. Dunque, la percentuale di raccolta differenziata è pari al 57,62%.
Focus Sui Materiali 2016
A proposito dei codici CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) – assegnati ai rifiuti in base alla categoria di appartenenza (secondo la decisione 2014/955/UE) – si evince che nel corso dell’anno 2016 sono stati prodotti maggiormente rifiuti appartenenti alle categorie “indifferenziato” ed “organico”; e che le quantità in kg delle produzioni mensili per singolo CER raggiungono il loro picco più alto nel mese di Gennaio.
Sempre nel 2016, i costi di raccolta e trasporto (CRT ab) ed i costi di trattamento e smaltimento (CTS ab) dei rifiuti urbani indifferenziati (euro/abitante*anno) sono rispettivamente 59,56 e 39,17; cifre che si mantengono presocchè invariate nel 2017 (59,46 e 33,92). Mentre i CRD ab ed i CTR ab (trattamento e riciclo) dei rifiuti urbani differenziati nel 2016 sono rispettivamente 74,02 e 33,65; contro gli 83,78 ed i 28,57 del 2017. I CGIND ab (costi totali di gestione dei rifiuti urbani indifferenziati nel 2016 e nel 2017 sono invariati (circa 98). Mentre i CGD ab (costi totali di gestione dei rifiuti urbani differenziati) dal 2016 al 2017 variano di poco: 107,67 nel 2016 e 112,35 nel 2017.
Il grafico registra un totale del 62,38% di RD nell’anno 2016, rispetto al 2016 abbiamo un peggioramento nell’anno successivo, dove si attesta un RD totale pari al 57,62%.
Passando al 2017, ciò che si evince analizzando fonti semi istituzionali come MySir e istituzionali come il Piano Finanziario e i dati Ispra è che, per quanto riguarda i codici CER, la maggioranza dei rifiuti urbani prodotti sono quelli non differenziati (21.359.320 kg), dai quali avrebbe potuto esserci un ricavo di circa 2.798.070,00 € se correttamente differenziati. I rifiuti non differenziati sono subito seguiti dai rifiuti biodegradabili di cucine e mense (18.812.620 kg). Tutti i rifiuti prodotti a Salerno vengono convogliati in varie località: Giffoni Valle Piana, Battipaglia e Salerno.
FOCUS SUI MATERIALI 2017
Per quanto riguarda la TARI (acronimo che indica la Tassa sui Rifiuti, che si paga per il servizio di raccolta e smaltimenti di questi ultimi) nel corso del 2017, il costo totale rilevato è stato pari a 42.493,94. (fonti: MySir/ISPRA).
Invece, i costi di raccolta e trasporto dei RSU sono stati circa 3.827,52; mentre i costi di trattamento e smaltimento sono stati 4.544,26 (fonti: Piano Finanziario/ISPRA).
Salerno mantiene il primato?
Come si può constatare dai dati e le informazioni inserite all’interno dell’articolo, Salerno ha ormai perso il primato guadagnato nel lontano 2009, passando da città modello per la RD con circa il 72% di rifiuti raccolti e smaltiti in modo differenziato, al 2017 con una bassa percentuale di RD, pari al 57,62%. Riuscirà Salerno a riconquistare il suo posto sul podio?
Per un quadro più generale, rimando a queste due strumentazioni: Time Line e Scheda URP