I “Rifiuti” di Castellammare di Stabia
L’infelice parabola della gestione dei rifiuti nel territorio di Castellammare di Stabia.
Il presente lavoro di raccolta e analisi dei dati, riferiti al tema della gestione dei rifiuti nel comune di Castellammare di Stabia, sembra aver corroborato il motto latino inciso sul gonfalone comunale, che recita “Post fata resurgo”. Dopo aver attraversato un’ordalia di gestioni fallimentari e capestre, durata circa un decennio, Castellammare sembra essere riemersa dai costosissimi cumoli d’immondizia che l’avevano sommersa. Potremmo mai dire: “Post fata rifiuto?”
L’era Multiservizi.
Alle soglie dell’anno 2006 Castellammare di Stabia era pronta ad affidare la gestione dei rifiuti urbani prodotti dai suoi maldestri cittadini, alla ditta in house Multiservizi s.p.a. Con la delibera n°139 si rinnovò il contratto alla società, per oltre una decade, fino al 2015. Attraverso il sostegno dell’amministrazione comunale, la società avrebbe dovuto gestire il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti senza alcuna apparente difficoltà. Ma la strategica scelleratezza della ditta, associata alla comoda insipienza amministrativa, avevano tratteggiato all’insaputa dei più o meno disinteressati cittadini, un percorso estremamente tortuoso e ricco di asperità che avrebbe trascinato Castellammare e i suoi rifiuti, in una corsa a ostacoli durata più di un decennio.
Il primo di questi ostacoli in cui incappò la società, non tardò ad arrivare. Con la delibera n°210, e sulla scorta del parere espresso precedentemente nell’atto deliberativo n° 79 dell’8/10/2007, il Comune rimpolpò le perdite della società Multiservizi per la ragguardevole somma di €750.000,00. La ricapitalizzazione assestò un duro colpo alle già rachitiche casse comunali, le quali dovettero far fronte ad un ulteriore onere nell’anno 2008. Il 21 aprile, con la delibera n°52, quasi un milione di euro, per l’esattezza €995.412, vennero stanziati a causa delle pessime condizioni finanziarie della società.
A seguito della spinta governativa avutasi con l’O.P.C.M 3639 dell’11/01/2008, e a seguito dell’Ordinanza Sindacale n°2 del 10/03/2008, il Comune di Castellammare si dotò per la prima volta di un Piano per la gestione della Raccolta Differenziata. L’adozione del sopracitato piano consentì al comune di ottenere una percentuale di raccolta differenziata del 23,80%.
Essendo state richieste, e ottenute, due ricapitalizzazioni in circa tre anni di gestione, la terza ricapitalizzazione non tardò ad arrivare. Questa volta le perdite di bilancio riferite al 31/12/2008, e al 31/07/2009, subissarono ipochi spiccioli raccattati negli anni precedenti. Con la delibera n°147 del 29/10/2009, l’amministrazione erogò senza batter ciglio l’importo di€1.967.876,00. I debiti contributivi a carico della Multiservizi impedirono ,tra l’altro, alla stessa di ottenere il DURC. Ma nonostante tre ricapitalizzazioni in meno di un quinquennio, e l’assenza del DURC, la percentuale di raccolta differenziata crebbe e raggiunseil 29,90%.
Neanche la terza ricapitalizzazione fu in grado di risollevare le sorti della società Multiservizi. Con la delibera n°71 del 5/08/2010, l’azienda dei trasporti locali A.S.M s.p.a. venne fusa, a suo discapito, con la Multiservizi. La gola profonda dei rifiuti urbani questa volta venne saziata attraverso la cannibalizzazione di €3.817.852,00, derivanti dal patrimonio netto positivo della A.S.M s.p.a. Questa volta, il pasto risultò indigesto per le performance della raccolta differenziata. Uno scarso 28,01% segnò la chiusura del 2010. Anche il 2011 non fu clemente con Castellammare e con i suoi rifiuti. Con la nota protocollata n° 75274 del 09 /11/2011, il prefetto di Napoli, sulla base dei risultati del 2010 relativi alla R.D. certificati dalla Giunta Regionale, stabilì che il comune non aveva raggiunto l’obiettivo prefissato del 35% di R.D. La percentuale piuttosto che aumentare, si era ridotta ulteriormente. Questa calò al 27,52%, una flebile ma percepibile diminuzione.
Il Piano che non c’era.
Benché gli stabiesi non brillassero alle cronache locali per l’alto senso civico, i risibili traguardi raggiunti in più di un lustro non erano evidentemente imputabili alla totale negligenza dei cittadini, ma alla totale assenza di un Piano tecnico operativo di G.R.U. Detto progetto avrebbe dovuto essere presentato annualmente e obbligatoriamente all’amministrazione comunale, in forza dell’articolo 7 delcontratto n°211 del 09/01/2007. Il Piano Tecnico Finanziario avrebbe illustrato lo svolgimento tecnico-economico del servizio. Inoltre, la presentazione del Piano, si determinava come la condizione necessaria affinché venissero stanziate nel bilancio comunale, le opportune risorse finanziarie utili alla prosecuzione del servizio. Prima del 2012, alcun piano era stato mai consegnato dalla società al comune, in spregio a quanto sancito dal contratto. Solo con ladelibera n°165 del 2012, l’amministrazione prese atto finalmente, del primo Piano Industriale prospettato dalla società. La percentuale di R.D. per il 2012 si attestava al 28,43%.
La Multiservizi bussa alla tua porta, per poco.
Il piano tecnico operativo e il relativo cronoprogramma di gestione dei rifiuti, in aggiunta al servizio di raccolta “porta a porta” adottato con la delibera n°94 del 14 Maggio 2013, crearono finalmente le condizioni minime previste dalla normativa vigente, necessarie alla piena e corretta erogazione del servizio di G.R.U. La Multiservizi sembrava realmente voler agire affinché venisse raggiunto l’obiettivo di R.D. del 65% entro il 2013, previsto dalle linee guida programmatiche redatte dalla Regione Campania. Attraverso il Piano tecnico operativo si stabilirono non solo i termini e le modalità di conferimento dei rifiuti, ma anche le iniziative di comunicazione e informazione, scandite da un vero e proprio Piano strategico di comunicazione. L’efficaciae l’efficienza del piano tecnico operativo, del cronoprogramma, e del piano strategico di comunicazione, risultarono chiaramente evidenti, in quanto, la percentualedi R.D. s’impennò dal 28,43% dell’anno precedente, sino al 50,50% del 2013. Proprio come accade nelle migliori relazioni, la crisi del settimo anno fu esiziale per la coppia. L’idillio matrimoniale tra la società in house e la città stabiese s’infranse rovinosamente a causa di uno scomodo, quanto mai provvidenziale, invitato; il Tribunale di Torre Annunziata. Con la sentenza n°13/2014 del 19/02/2014, emessa dal Tribunale di Torre Annunziata, la società venne dichiarata definitivamente fallita. L’amministrazione comunale con la delibera n°17 prese atto del verbale di assemblea straordinaria del 14/02/2014, relativo alla messa in liquidazione della società Multiservizi s.p.a. Le perdite riscontrate in bilancio al 31/12/2013 erano di ben €10.251.209. Come si evince dalle relazioni prodotte dal responsabile del settore Economico Finanziario e dal nuovo amministratore unico della società, la Multiservizi s.p.a. soffriva di gravi fatti di mala gestio sin dal 2010. A titolo esemplificativo possono essere citati: sforamento del costo del personale del 51% nell’anno 2013, e i mancati introiti derivanti dall’assenza dei conferimenti di rifiuti riciclati ai consorzi di filiera. Le cui entrate avrebbero dovuto ridurre gli oneri TARSU a carico dei contribuenti.
Il grafico sottostante mostra l’andamento crescente, fino al 2016, del costo complessivo del servizio di G.R.U.
La staffetta del cassonetto. EGO ECO, Buttol e A.M Technology
Prima che venisse investita dalla sentenza di fallimento, e che quindi fosse definitivamente resa inadatta all’espletamento di un servizio vitale per la città, l’amministrazione ritenne di sollevare la Multiservizi dal proprio compito. A causa dell’indefettibilità del servizio di gestione e raccolta dei rifiuti, la neo-fallita società fu sostituita ricorrendo ad una procedura negoziata, senza che alcun bando venisse pubblicato. Il comune affidò alla ditta EGO ECO s.r.l la gestione del servizio di G.R.U. Pur essendo stato un anno estremamente negativo per la società in house, la percentuale di R.D. raggiunsela ragguardevole quota del 59,28%. Negli anni seguenti tale picco non verrà mai più raggiunto.
Con determinazione n°69 del 21/11/2014, si stabiliva di indire una procedura negoziata, senza previa pubblicazione del bando, per l’affidamento del serviziodi G.R.U. per un periodo di sei mesi, all’impresa che avesse rispettato il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. A seguito di tale procedura concorsuale, la ditta EGO ECO s.r.l, già affidataria del servizio di gestione dei rifiuti urbani, risultò nuovamente vincitrice del bando. Benché dal DURC del 23/03/2015 presentato dalla EGO ECO s.r.l., si manifestava una posizione contributiva non regolare da parte della ditta in favore dell’INPS, il servizio, contrariamente alla revoca immediata prevista dall’art. 38 delD.Lgs. 163/2006, venne prorogato fino al 30/09/2015. Le vicende amministrativee contributive che coinvolsero la EGO ECO si ripercossero negativamente anche sulla percentuale di R.D., che nell’anno 2015 raggiunse il 51,47%.
Decaduta la ditta EGO ECO, a seguito del contratto di appalto rep. n. 29 del 18/01/2016, registrato in data 20/01/2016 al n. 4926, la ditta Buttol s.r.l. con sede in Sarno (SA), si aggiudicava il servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti urbani per un periodo transitorio di circa un anno. I costi di erogazione del servizio a carico della comunità sono stati di € 14.671.527. Il 2016 fu testimone di un altro arretramento della percentuale di R.D., questa si attestò solo al 48,36%.
Il grafico sottostante mostra l’andamento crescente, dal 2012 fino al 2014, della percentuale di R.D. Dopo il 2014 si evidenzia un netto calo.
Terminato il periodo transitorio che ha coinvolto la ditta Buttol; nell’ultimo triennio, Castellammare ha finalmente manifestato la volontà di affrancarsi dalle inottemperanze e dalle malversazioni passate. Grazie all’ attuale società affidataria del servizio di G.R.U., ossia la ditta A.T.I A.M Technology s.r.l.(Capogruppo) – L’igiene Urbana s.r.l. (Mandante) con sede in Peschiera Borromeo(MI), nominata dalla SUA con decreto provveditoriale n°37443 del 18/11/2016, l’erogazione dello stesso avverrà regolarmente per un quinquennio, con un importo annuo a carico dell’ente appaltante pari a €11.526.355,23. Il totale raggiunto al termine del quinto anno sarà di ben €52.410.523,75. La percentuale di R.D. relativa all’anno 2017 è ancora distante dall’obiettivo fissato del 65%, raggiunge solo un misero 47,51%. I “fasti” degli anni precedenti sembrano ormai distanti. Eppure, dopo aver attraversato quasi un decennio di mancati obiettivi di R.D., fallimentari gestioni societarie, una staffetta di ben 4 ditte differenti, e un solo Piano tecnico operativo realmente utile ad una gestione razionale dei rifiuti, Castellammare e i suoi abitanti sembrano aver finalmente compreso che i rifiuti possono, e devono essere considerati, come la risorsa più preziosa per la comunità e l’economia.
La scheda URP e il Toki-Toki sono stati creati con l’intento di fornire una visione d’insieme in riferimento alle attività di informazione e comunicazione svolta dal comune.