IMPARIAMO A RICICLARE RESPONSABILMENTE
Quotidianamente nel mondo vengono sottratte al nostro ecosistema enormi quantità di risorse naturali spinti dalla convinzione che la Natura sia una inesauribile fonte di materie prime. Con il tempo, però, ci si è resi conto della necessità di tutelarla e rispettarla promuovendo uno sviluppo in perfetta armonia con essa. Da qui l’idea del riciclaggio e la necessità di operare una raccolta differenziata di quei rifiuti che “lavorati” porterebbero ad un notevole abbassamento dello sfruttamento delle risorse e quindi dell’inquinamento ambientale.
“La spazzatura è una grande risorsa nel posto sbagliato a cui manca l’immaginazione di qualcuno perché venga riciclata a beneficio di tutti.”
-Mark Victor Hansen
Ognuno di noi dovrebbe, almeno per una volta, leggere questa frase e trovarsi d’accordo con il suo autore, che in poche parole riesce a racchiudere il reale senso della raccolta differenziata: riciclare a beneficio di tutti. Dovrebbero farlo soprattutto gli enti pubblici, così da garantire una gestione sempre più orientata alla sostenibilità, e dovrebbero farlo i cittadini, coloro che realizzano la differenziata e che rendono il riciclaggio efficace ed efficiente. Dovrebbero farlo le istituzioni, le scuole, le organizzazioni, grandi città, piccoli centri. Insomma dovrebbero farlo tutti, indistintamente.
Ma a proposito delle piccole realtà:
Come si organizzano i Comuni in materia di rifiuti?
Prima i cassonetti sparpagliati per le strade che raccoglievano confusamente la spazzatura, poi contenitori colorati per differenziare i rifiuti e infine il “porta a porta”. Questo è quanto è accaduto anche a Santa Lucia di Serino.
Parliamo di un piccolo paese di circa 1500 abitanti che, da qualche anno a questa parte, sta cercando di stare al passo con i tempi. E lo fa anche con i rifiuti.
Eletta nel 2009, l’odierna amministrazione comunale si è trovata immediatamente a dover fronteggiare una questione abbastanza bizzarra che riguardava la gestione dei rifiuti in paese: per la gioia dei cittadini e, al contrario, per il dispiacere delle tasche comunali, la spesa dovuta ammontava soltanto a €1 al m2. Una quota voluta dal vecchio Sindaco che, preferendo non alzare l’imposta sui rifiuti, era costretto ad attingere da altri fondi del bilancio per poter pagare il CO.SMA.RI S.R.L., il consorzio che affiancava il comune nei sevizi di gestione dei rifiuti urbani. Trattandosi di una questione ritenuta contro il regolamento, così come affermato dal Sindaco in carica, l’avvocato Fenisia Mariconda, il Comune fu costretto ad aumentare l’importo, portandolo da €1 a €1,80 al m2, tra il malcontento generale.
Nei primi anni del 2000 il comune di Santa Lucia di Serino elaborò un piano esecutivo per la gestione dei rifiuti urbani con sistema “porta a porta”, con impiego di dipendenti comunali ed attività di trasporto dei cassonetti presso gli impianti di trattamento e recupero a cura della ditta affidataria. Il Comune ci metteva gli automezzi, il Consorzio dava i cassonetti; il Comune ci metteva gli operatori, il Consorzio avviava il servizio di informazione dei cittadini tramite la consegna e la spiegazione di opuscoli che informavano sulle tipologie dei rifiuti da differenziare e sulle modalità del loro conferimento, oltre che ad incontri pubblici e seminari organizzati nelle scuole. Il tutto per un costo complessivo di circa €80.000 l’anno, da cui venivano esclusi: il lavaggio dei cassonetti, che veniva svolto dalla società Asa al costo di €5,16 a cassonetto; la fornitura di sacchetti biodegradabili, che venivano acquistati dal Comune al costo di circa €5.510 l’anno; la frazione ingombranti, vegetali e umido, con smaltimento diretto presso l’impianto DE.FIA.M. Purtroppo non si conoscono molto bene i dati di quegli anni, un po’ perché l’amministrazione è cambiata, un po’ perché, a detta degli stessi dipendenti comunali, chi se ne occupava non ha mostrato molto interesse per la questione e un po’ perché purtroppo i documenti non sono stati compilati nel migliore dei modi e quindi risultano poco chiari rispetto a come invece dovrebbero essere.
Operando un salto temporale di circa 3 anni si arriva nel 2012, anno in cui Santa Lucia di Serino e i comuni limitrofi sono passati alla società IrpiniAmbiente s.p.a., in ottemperanza a quanto riportato dalla legge n.26 del 2010 relativa allo stato di emergenza rifiuti nella regione Campania. Tale legge, nel delineare una più completa definizione delle competenze delle diverse Autorità, assegnò rilievo fondamentale al ruolo delle Province e delle società provinciali nella gestione dei rifiuti, degli impianti di selezione e nel trattamento e smaltimento dei rifiuti del territorio di competenza. IrpiniAmbiente diventò così il braccio operativo di tutta la Provincia di Avellino e cominciò una nuova fase di raccolta e smaltimento dei rifiuti per i comuni avellinesi.
Con la delibera del 15/03/2012 il sindaco Mariconda prese atto della rimodulazione del Piano Industriale Rifiuti proposto da IrpiniAmbiente e diede l’avvio alla raccolta differenziata con sistema “porta a porta spinto”, in un primo momento ancora a cura dei dipendenti comunali. Vennero inoltre stabiliti i giorni di raccolta dei rifiuti, che rispetto agli anni della vecchia gestione passavano da 1 a 2/3 giorni la settimana, ad eccezione degli ingombranti e dei R.U.P. (rifiuti urbani pericolosi), ritirati una volta al mese. Il costo complessivo del servizio ammontava a €188.465 da cui venivano escluse l’IVA e la fornitura delle attrezzature per la raccolta. Negli anni, gli accordi tra il Comune e IrpiniAmbiente sono rimasti quasi invariati: nel 2015, anno in cui si rinnovò il contratto con la società appaltatrice, IrpiniAmbiente espresse la volontà di ridurre i costi, rimodulando il piano industriale dei rifiuti: i giorni di raccolta per alcuni materiali, come i rifiuti organici, diminuirono da 3 a 2 giorni la settimana, mentre aumentarono quelli del multimateriale e di carta e cartone, da 1 si passò a 2 giorni la settimana. Il tutto per un totale di €151.398 l’anno, IVA, forniture e smaltimento R.U.R. esclusi.
Per organizzare al meglio la raccolta dei rifiuti e incentivare i cittadini a contribuire positivamente alla sua riuscita, dopo un primo momento in cui fu deciso di creare isole ecologiche e distribuire buste biodegradabili, il comune e la società optarono per la distribuzione di secchi per la spazzatura, distinti per dimensione e colore in base alla grandezza del nucleo familiare e ai rifiuti da differenziare, e alla consegna di calendari su cui venivano indicati i giorni e gli orari di conferimento e la tipologia di rifiuto da differenziare.
DIFFERENZIARE E COMUNICARE
Due sono i requisiti fondamentali per la piena riuscita della raccolta differenziata: una buona e costante comunicazione, capace di esprimere, in forma semplice e chiara a tutti, le varie informazioni relative al servizio reso, per mettere i cittadini nella posizione di poter operare bene, e una buona distinzione dei rifiuti.
Come comunicano?
Quando parliamo dei cittadini, ci riferiamo ai reali artefici della raccolta differenziata. I cittadini separano i rifiuti. I cittadini seguono le regole di raccolta. Quindi i cittadini vanno educati e informati, cosa che può avvenire soltanto attraverso una comunicazione “trasparente”. A tal proposito il comune di Santa Lucia di Serino, o chi per lui, fa ancora un po’ di fatica. Se per esempio diamo un’occhiata al sito comunale, è evidente l’assenza di sezioni da cui poter accedere direttamente ad un’area dedicata ai rifiuti; non c’è nulla da cui poter recuperare materiale relativo alla loro gestione, o forse c’è ma chissà dove nascosto sul sito.
L’unica cosa che troviamo è la sezione “guida alla raccolta differenziata” dove, però, veniamo ricondotti ad una breve e semplice spiegazione relativa alle modalità di differenziazione dei rifiuti e ad un link che riporta al sito ufficiale di IrpiniAmbiente. Altro aspetto negativo riguarda la reperibilità e la poca chiarezza delle informazioni. È noto a tutti che esistono in internet numerosi siti di monitoraggio della raccolta differenziata dei vari comuni: MySir, l’ORGR, l’ISPRA. Facendo una ricerca sul comune di Santa Lucia di Serino si incappa in una serie di valori che, pur variando di poco, non combaciano quasi mai e che rischiano di mandare in confusione chi li legge.
È il caso del 2015, quando il Comune vince il premio Comune Ricicloni per aver superato il 65% di raccolta differenziata previsto dalla legge: su MySir la %RD risulta del 67,32%, sull’ISPRA 65,89% e sull’ORGR 65,21%. La cosa si ripete per tutti gli anni consultabili online, anche se ci sono casi in cui i dati sono addirittura del tutto assenti.
È evidente dunque che bisognerebbe uniformare e riorganizzare l’informazione per facilitare anche il compito delle amministrazioni e delle società ad essa collegate, che così avrebbero un quadro più chiaro e riuscirebbero a migliorare ancor di più la gestione dei rifiuti. Va comunque riconosciuto ai dipendenti comunali e al Sindaco tutto l’impegno e la disponibilità mostrati nel fornire informazioni inerenti l’argomento, sia a voce che in formato cartaceo.
I cittadini collaborano per far sì che la raccolta differenziata abbia successo?
Come si è già detto, la buona riuscita della raccolta differenziata è nelle mani dei cittadini. Succede spesso però, che la gente non sia tanto attenta a differenziare i rifiuti. Per questo oggi ci troviamo nella situazione in cui, in una piccola realtà come Santa Lucia di Serino, la percentuale di indifferenziata continua a crescere. Lo dice il Sindaco e lo confermano i dati. Se proviamo a incrociare quelli del 2012 con quelli del 2017 vediamo che l’indifferenziata è aumentata di quasi 6 punti. Più nello specifico si ha il 35.86% di indifferenziata nel 2012 contro il 40.08% del 2017.
Di conseguenza calano le percentuali degli altri rifiuti, come quella della carta (da 10.3% a 5.6%) e del vetro (dall’11.6% al 9%), con una %RD che dal 67.32%, con cui il Comune si aggiudica per la prima volta il premio Comuni Riciclonidel 2012, scende vertiginosamente al 59.92%.
La situazione sembrava migliorare nel 2013, anno in cui l’indifferenziata scende al 32.68%.
Una riduzione che lasciava ben sperare ma che, aumentata leggermente nel 2015, subisce l’impennata nel 2017.
A riguardo il Sindaco da due spiegazioni, da un lato pecca IrpiniAmbiente, dall’altro peccano i suoi cittadini. Poiché la raccolta negli ultimi anni viene fatta direttamente dai dipendenti della società IrpiniAmbiente e non più dai dipendenti comunali, si ipotizza una genericità nel processo di raccolta: mentre prima veniva fatta più attenzione a ciò che era contenuto nelle buste, lasciando a terra buste nere e quelle contenenti rifiuti non differenziati bene, oggi viene raccolto di tutto, con il risultato che, una volta arrivati negli appositi impianti di smaltimento e riciclaggio, le buste vengono classificate come indifferenziata. Va però precisato che la genericità di cui parla il Sindaco sia dovuta probabilmente al fatto che prima gli operatori del Comune erano di più rispetto a quelli di oggi e che questi, oltre ad essere pochi, hanno anche il dovere di servire più comuni nello stesso giorno, rispettando orari, consegne e turni di lavoro che li rendono impossibilitati a poter svolgere un maggior controllo.
Sull’altro piatto della bilancia c’è la negligenza dei cittadini che, probabilmente poco interessati o poco informati, sembrano essere stufi di differenziare, compromettendo considerevolmente il raggiungimento degli obiettivi preposti. Nonostante siano stati individuati, in linea di massima, i due capri espiatori a cui attribuire il misfatto, l’amministrazione comunale non fa nulla per risanare la situazione; infatti, anche se il Sindaco ha più volte esposto a IrpiniAmbiente le sue preoccupazioni sulla questione delle buste nere, non si è ancora riusciti a trovare la giusta soluzione. Riguardo ai cittadini, poi, piuttosto che mostrarsi intransigente e severa, l’amministrazione è stata sempre molto indulgente: ad oggi, il valore TARI è stato mantenuto inalterato negli anni. L’unico aumento si è avuto nel 2017, decidendo di “sovraccaricare” le attività commerciali, che obbiettivamente producono molti più rifiuti, e di sottoporre i cittadini ad un aumento quasi impercettibile. Sta di fatto che il Comune dovrebbe intervenire in maniera più incisiva prima che la situazione degeneri, anche perché più indifferenziata si produce, più aumentano i costi, più il Comune e i suoi contribuenti saranno costretti a sborsare. Per incentivare le buone pratiche di riciclo potrebbero essere erogati degli incentivi, dei premi o, perché no, delle multe per i trasgressori; potrebbero essere organizzate delle giornate di rieducazione alla raccolta oppure si potrebbe provvedere all’istallazione di apposite macchine di raccolta della plastica come quelle che, da qualche anno a questa parte, sono già presenti sul territorio nazionale e internazionale, e che ripagano i buoni “differenziatori” di qualche euro. La cosa più importante è raddrizzare il tiro, in qualunque modo possibile, affinché tutti possiamo imparare a raccogliere bene ma, soprattutto, differenziando.
Oltre all’indifferenziata, quali altri rifiuti vengono prodotti e raccolti maggiormente?
IL 150106
Raccogliendo informazioni sulla raccolta differenziata del comune di Santa Lucia di Serino, ci si trova davanti una situazione abbastanza ambigua. Questo accade perché, scorrendo le tabelle dei CER, al 150106 troviamo la dicitura “imballaggi in materiali misti”. Ma cosa significa? Ricercando informazioni su internet, la spiegazione più chiara e plausibile è che la dicitura in questione non si riferisce alla raccolta di diversi tipi di imballaggi, in quanto si tratterebbe di raggruppare rifiuti aventi CER ben distinti, che il produttore è obbligato a mantenere separati fino al conferimento. Per imballaggi in materiali misti si intende, invece, un involucro costituito da due o più materiali separabili nelle varie componenti, come per esempio i tank (serbatoi) che sono costituiti da una cisterna in polietilene ingabbiata da una rete di ferro zincata. Tuttavia, quanto appena detto stride totalmente con quanto invece riferisce un dipendente della società IrpiniAmbiente s.p.a., secondo cui “nei Comuni in cui viene svolta la raccolta monomateriale c’è la raccolta separata di plastica e alluminio, dove per la plastica viene utilizzato il CER 150102; nei Comuni dove, invece, avviene la raccolta multimateriale, vengono raccolti plastica e alluminio insieme e regolarmente trasferiti con il CER 150106 agli impianti di smaltimento”.
A questo punto viene da chiederci: chi ha ragione? Purtroppo, una risposta ancora non c’è, bisognerà aspettare per avere ulteriori chiarimenti in merito.
Dove va il CER 150106?
TikiToki: ricapitolazione generale delle storia della raccolta differenziata nel comune di Santa Lucia di Serino.