Lusciano, il lungo cammino per la raccolta differenziata
La storia della raccolta differenziata a Lusciano è la storia di un piccolo Comune italiano in provincia di Caserta di circa 15.463 abitanti che, dopo diversi ostacoli tra i quali l’emergenza rifiuti in Campania, è riuscito a risalire e portare la percentuale di raccolta differenziata tra il 50 e il 60%, cifre inimmaginabili fino a dieci anni prima. Questa ricerca è partita dalla richiesta e la lettura di documenti di pubblico dominio relativi proprio al funzionamento della raccolta differenziata nel Comune casertano.
I dati pubblici, le informazioni e i documenti istituzionali sono stati richiesti al Comune di Lusciano presentando una richiesta di accesso civico generalizzato ai sensi dell’Art. 5 del d.lgs. n. 33/2013 come modificato dal d.lgs. n. 97/2016. La richiesta è stata presentata il 20/10/2018 ed il Comune ha risposto il 5/11/2018, rilasciando i dati richiesti e rientrando nel limite dei 30 giorni previsti dalla Legge.
Attraverso l’utilizzo del Tiki Toki (https://www.tiki-toki.com/timeline/entry/1161928/Lusciano-la-lunga-strada-per-la-raccolta-differenziata/) è possibile analizzare gli avvenimenti salienti dagli anni 90 fino al 2017.
Dagli anni ‘90 al 2016
Nei primi anni 90 è il Consorzio CE 2 a gestire lo smaltimento dei rifiuti del comune casertano, ma con pessimi risultati. Cattiva gestione e comunicazione pubblica portano la percentuale di raccolta differenziata al di sotto del 20%. A peggiorare le cose, nel 1994 scoppia l’emergenza rifiuti in Campania e il comune di Lusciano viene trascinato nel caos di una crisi di grande portata. Interviene dunque l’esercito che, di notte, svuota le strade della città. La soluzione, seppur momentanea, arriva nel 1998, quando attraverso l’ordinanza 277/98 si decide di costruire negli impianti FIBE un sito di stoccaggio di rifiuti tra Giugliano e Villa Literno chiamato Sisp di Taverna del Re, dove vengono depositate oltre 7 tonnellate di rifiuti provenienti dal comune di Lusciano e da tutto l’agro aversano. Finalmente alla fine del 1998 il Comune casertano viene commissariato ed inizia la raccolta porta a porta.
Nel 2013 la svolta: il comune di Lusciano chiede alla S.U.A. di Caserta una gara d’appalto della durata di cinque anni. Vince l’IMPRESUD S.R.L. del Gruppo Iavazzo che subito fa partire il progetto ‘Segui la differenza’, delineando le linee guida per una corretta raccolta differenziata. Nello stesso anno, però, la società viene interdetta per questioni giudiziarie. Nonostante ciò, durante la gestione del Gruppo Iavazzo, il Comune raggiunge una percentuale di raccolta differenziata pari al 61,52% nel 2015.
Il biennio 2016-2017
Inizia il biennio d’oro per il comune di Lusciano, complice il lavoro svolto gli anni prima dall’IMPRESUD S.R.L. I dati parlano chiaro: con una produzione pro capite
annua di 476,087 kg e un totale raccolto sul territorio comunale di 7.316 tonnellate, il piccolo Comune raggiunge il 62,25% di percentuale di raccolta differenziata. Il grafico ci aiuta a capire la portata del picco: (https://infogram.com/app/#/edit/796eaaf4-f43e-4e71-9a48-4541acb84d06)
Come si può notare, il 2017 registra una frenata sulla percentuale di raccolta, forse complice un cambio di guardia sulla gestione che viene affidata alla D.H.L. di Alessandro Di Nardi. La ditta, secondo quanto stipulato dal contratto, ha l’obbligo di costruire un’isola ecologica sul territorio di Lusciano. Ma confrontiamo meglio il 2016 con il 2017: (https://infogram.com/app/#/edit/0139f414-9b10-4049-8ce7-195bfa6ebadf)
Nel 2016 la quantità prodotta è di 7136799 kg, mentre la differenziata è di 4699668 kg, con una percentuale complessiva di raccolta differenziata del 62,25% e oltre 875 viaggi.
Nel 2017 la quantità prodotta è di 6182121 kg e la differenziata di 3297401 kg con una percentuale RD del 53, 34%. La produzione annua di rifiuti pro capite è di 397,41 kg e un tasso di riciclaggio del 43,8%. Si produce meno, e si differenzia anche meno. Sicuramente una delle possibili cause è da ritrovarsi nel cambio di gestione della società appaltatrice.
Ma dove vanno a finire i rifiuti?
I rifiuti prodotti nel comune di Lusciano, dal 2016 al 2017 vengono depositati principalmente nella provincia di Caserta in paesi come Santa Maria Capua Vetere, Pastorano, Carinaro e Gricignano d’Aversa, con eccezione dei rifiuti biodegradabili di cucine e mense che arrivano alla De.FI.AM. di Avellino e carta e cartone alla DI GENNARO SPA di Napoli. Nel dettaglio, ecco la mappa delle località: (https://www.google.com/maps/d/u/0/edit?mid=1-LaDL7IQVBK9ggvyhs5knsv_2AMHAHq8&ll=41.020332435234295%2C14.392920077849567&z=10)
Come comunica il Comune?
Un aspetto lasciato al margine delle questioni è invece l’importante tema della comunicazione e della corretta informazione per il cittadino. L’unica e sola campagna di sensibilizzazione è datata 2015 ad opera del Gruppo Iavazzo che, appena vinta la gara d’appalto, ha divulgato il progetto “Segui la differenza”:
Dopo questa, il nulla. Il Comune ha dimostrato di non saper comunicare con i cittadini e, inoltre, gli unici strumenti di comunicazione utilizzati sono dei semplici avvisi pubblici. Più precisamente, un’ordinanza n° 43 risalente al 2014 sul divieto di abbandono dei rifiuti, ed il seguente avviso pubblico del 2018:
Una comunicazione generale e scarsa per un Comune con un ampio margine di crescita e che ha l’obiettivo di costruire un’isola ecologica. La scheda URP ci aiuta a capire i pochi strumenti di comunicazione maggiormente utilizzati.
(https://infogram.com/app/#/edit/e3e0c08d-c74a-4390-b1db-fa2225c7e672)
Un Comune, quello di Lusciano, che con il tempo ha saputo trovare la strada giusta per una raccolta differenziata efficace ma che sotto l’aspetto comunicativo lascia ancora a desiderare.