PONTECAGNANO FAIANO E I RIFIUTI: QUANTO SI DIFFERENZIA?
Rifiuti: un problema difficile da ignorare
Non sempre ce ne rendiamo conto, ma ogni gesto della nostra quotidianità nasconde e genera rifiuti di diverso tipo: dagli imballaggi dei prodotti che acquistiamo ai contenuti veri e propri che, senza riflettere troppo, gettiamo via nel momento in cui perdono le loro funzionalità.
La produzione mondiale pro-capite di rifiuti urbani si aggira in media intorno ad 1kg al giorno. Con queste premesse, non è difficile intuire l’importanza di trovare soluzioni adeguate al problema dell’accumulo inesorabile di rifiuti di ogni tipo, che ci impediscano di trasformare inconsapevolmente la Terra in un’enorme discarica.
La raccolta differenziata rappresenta un primo passo verso la risoluzione di questo problema. Si tratta di un sistema di raccolta di rifiuti in cui sono i cittadini stessi a differenziare l’immondizia prodotta all’interno della propria abitazione. In questo modo, si contribuisce a ridurre notevolmente il numero di discariche e a risparmiare materie prime.
Purtroppo, anche se sembra impensabile, ad oggi esistono ancora zone in cui non è stata adottata questa tecnica di smaltimento dei rifiuti. Cerchiamo, dunque, di capire come si comporta l’Italia a questo proposito e, più specificamente, il comune di Pontecagnano Faiano, per il quale abbiamo sviluppato la SCHEDA URP e il TIKI-TOKI: strumenti interattivi ed innovativi per fornire ai cittadini schemi chiari riguardo informazioni di pubblica utilità che restano spesso oscure.
Una panoramica sull’Italia
In Italia, un primo passo in questa direzione è stato fatto con il DPR 915 del 1982, che stabiliva gli obblighi relativi al riciclo, al riuso e al recupero dei materiali. Con la successiva legge 475 del 1988, sono stati istituiti i consorzi obbligatori per il riciclo ed è stata imposta la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani su tutto il territorio. Risultati immediati? Certo che no: ci sono voluti degli anni perché questo comportamento venisse effettivamente adottato in maniera omogenea in tutt’Italia.
Secondo il Rapporto rifiuti Ispra 2015, l’Italia ha registrato nel 2014 il 45,2% di raccolta differenziata, riuscendo a raggiungere per la prima volta il livello obbligatorio stabilito nel 2008. Insomma, dopo tanto penare finalmente una buona notizia! Ma in questi anni il target ha continuato a salire fino ad arrivare al 65%: la strada da percorrere per il nostro Paese è ancora tutta in salita, nonostante i dati promettano bene.
Il 2014 è stato un anno di grandi soddisfazioni anche per la Campania, che è riuscita a superare la media nazionale (raggiunta nel 2011 con il 37,8%) con uno scarto di oltre due punti percentuali, attestandosi al 47,6%.
Meno incoraggianti sono i dati ricavati dal sito di IsprAmbiente, che mettono a confronto Nord, Centro e Sud Italia. Ancora una volta, il Sud arranca nel tentativo di stare al passo con i cambiamenti.
In questo difficile quadro, tuttavia, la Campania si fa valere, attestandosi al primo posto tra le regioni del Sud con la più alta percentuale di raccolta differenziata al 2014.
Il reperimento di questi dati è possibile grazie alla Sezione Regionale del Catasto Rifiuti (SRCR), uno strumento che serve a fornire un quadro completo ed aggiornato in materia di rifiuti alle Amministrazioni Provinciali, agli Istituti di Ricerca, ma anche a comuni cittadini. Altri preziosi contributi alla nostra ricerca sono quelli che arrivano dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e dal Piano Attuativo Integrato per la Prevenzione dei Rifiuti.
Pontecagnano Faiano quanto sei verde?
Il comune di Pontecagnano Faiano ha dato ufficialmente il via alla raccolta differenziata nel 2004.
Dalla consultazione dei siti OpenCoesione e FesrCampania si evince che non sono stati stanziati fondi strutturali per aiutare il comune nel progetto di raccolta differenziata. Ciò significa che la maggior parte delle spese grava sulle tasche dei cittadini, che contribuiscono attraverso il pagamento dell’attuale TARI, sostituta della precedente TARES. L’adozione dell’Imposta Unica Comunale (IUC) è avvenuta con delibera n°51 del 04/04/2014. Spesso i cittadini si limitano a pagare la bolletta senza informarsi sui metodi utilizzati per calcolarne l’importo. Può essere invece utile sapere che, rispetto alla vecchia TIA, che si basava sulla quantità di rifiuti prodotti, la nuova TARI (riprendendo la TARES) si basa sulle dimensioni dell’immobile di residenza: a pagare sono i proprietari o gli inquilini di residenze private, oltre ai titolari di imprese commerciali e industriali.
Dal documento sulla determinazione delle tariffe per il servizio di gestione dei rifiuti urbani risulta che il totale delle entrate RSU per il comune di Pontecagnano Faiano nell’anno 2014 ammonta a 5.909.737€: di questi, circa il 93% deriva dalla TARI. I sacrifici dei cittadini vengono ripagati da risultati soddisfacenti: i costi sono inferiori ai ricavi! Inoltre, sul sito di MySir constatiamo con piacere che Pontecagnano fa parte dei cosiddetti comuni ricicloni, registrando, nel 2014 il 52,7% di raccolta differenziata, e mantenendo come risultato migliore di sempre il 64,3% raggiunto nel giugno 2011.
Grazie al MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale) è possibile avere una panoramica sulle tipologie e le quantità di rifiuti raccolti durante l’anno: per rendere più semplice la loro comprensione, ecco dei grafici esplicativi relativi al MUD 2014.
Quale immagine dai di te?
Dopo aver dato uno sguardo ai dati, cerchiamo ora di capire quali iniziative sono state abbracciate negli ultimi anni e quale immagine il Comune dà di sé.
A Pontecagnano Faiano si effettua la raccolta Porta a Porta. Questa scelta significa meno immondizia per le strade, più ordine e maggiore praticità per i cittadini. Dal 2010, inoltre, si è dato il via al progetto riduzione rifiuti, con la pubblicazione delle relative linee guida per i cittadini e un accordo di partenariato tra il sindaco e l’allora dirigente scolastico del I circolo didattico. Nello stesso anno, inoltre, Pontecagnano Faiano ha aderito al Coordinamento Agende 21 Locali italiane (con delibera n°169 del 06/08/2010).
Tra le altre iniziative, sono da citare: il progetto Porta la Sporta, attuato con l’ordinanza n°15 del 04/06/2010 e che vieta l’utilizzo di sacchetti in plastica, non biodegradabili; il progetto Ecofeste, che ha trovato applicazione con delibera n°177 del 06/09/2010 e grazie al quale il Comune ha la possibilità di certificare con il marchio ‘Ecofesta’ quelle che attuano la raccolta differenziata, che separano gli oli di frittura, che usano carta ecologica, e così via.
Il Comune ha dimostrato una certa sensibilità verso il decoro e l’igiene della città avviando una campagna di sensibilizzazione conto l’abbandono delle deiezioni canine (Raccoglila) ed attuandola con l’ordinanza n°45 del 05/10/2010.
Non si può non tenere conto, però, dell’esistenza di iniziative mai andate in porto. Un esempio è la petizione popolare Alberiamo Pontecagnano, proposta da ISEA Onlus all’amministrazione del Comune e che consisteva nel progetto di rialberare la città. Nonostante la sottoscrizione di circa 210 cittadini al progetto, ciò non è bastato ad attirare l’attenzione dell’amministrazione comunale. L’evento è stato presentato il 22 febbraio 2015.
Una grave mancanza è l’assenza di isole ecologiche e di centri di raccolta, che andrebbero invece promossi sul territorio.
Ma scavando più a fondo, qualche scheletro nell’armadio!
Nel complesso, sembra che il comune di Pontecagnano Faiano tenga alla propria immagine e alla tutela dell’ambiente: la raccolta differenziata è messa in pratica ogni anno con successo ed accuratezza.
Tutto questo però non basta. O meglio, non serve a distrarci dai reali problemi che ormai attanagliano la zona da anni. Stiamo parlando di questioni che si ripresentano all’attenzione dei cittadini ogni estate, puntuali come orologi: spiagge invase dai rifiuti e inquinamento del mare. L’enorme potenziale dato dal disporre di ben 7km di litoranea sembra non interessare all’amministrazione comunale, né a chi dovrebbe occuparsi della loro manutenzione. Nell’estate 2014, due terzi del litorale sono stati dichiarati non balneabili: un boccone amaro da digerire per gli abitanti del posto e uno smacco per tutti i proprietari di stabilimenti balneari presenti in zona. Ad oggi, questo resta il problema più urgente da risolvere. Probabilmente, i pontecagnanesi dovrebbero far sentire di più la propria voce e mostrarsi più indignati di fronte a un tale deturpamento del loro stesso territorio: c’è bisogno di più proteste e manifestazioni.. se non se ne preoccupano i cittadini, chi lo farà?
Altro ambito in cui il Comune potrebbe impegnarsi di più è quello della trasparenza. Verificando il sito web di Pontecagnano con lo strumento Bussola della Trasparenza, si ottengono 73/73 esiti positivi: ciò significa che nel sito sono presenti tutti i link e le pagine necessarie a soddisfare gli adempimenti del d.lgs. n°33/2013. Analizzando attentamente i contenuti del sito, tuttavia, scopriamo la presenza di molte ‘pagine fantasma’: pagine e link creati appositamente per aggirare la Bussola, ma privi di contenuti (Costi contabilizzati, Tempi medi di erogazione dei servizi, Patrimonio immobiliare, Monitoraggio tempi procedimentali, Enti pubblici vigilati, Enti di diritto privato controllati, Benessere organizzativo, Ammontare complessivo dei premi, Incarichi amministrativi di vertice, Scadenziario dei nuovi obblighi amministrativi).
Tiriamo le somme
Insomma, il Comune sembra impegnarsi nel rispetto e nell’adempimento delle normali procedure amministrative riguardanti lo smaltimento di rifiuti: i dati economici presentati ci hanno regalato un quadro soddisfacente. Si può e si deve migliorare, ma sembra che il Comune abbia le carte in regola per auto-monitorarsi sotto questo punto di vista.
Ciò che si è evinto, invece, da questo monitoraggio, è una preoccupante immobilità di fronte ai problemi che riguardano l’inquinamento del mare e delle spiagge. Una conclusione inaccettabile, se oltre al malcontento dei cittadini consideriamo l’enorme potenziale che la zona potrebbe avere in termini di turismo. Ma altrettanto preoccupante è la rassegnazione degli abitanti del posto, che sembrano essere inconsapevoli del diritto e, soprattutto, della necessità di protestare, di farsi sentire.
Nell’attesa del prossimo monitoraggio, un incentivo ci arriva direttamente dal visconte Alexis De Tocqueville: “Quando il cittadino è passivo, è la democrazia che s’ammala.”