Santa Maria Capua Vetere: quanto si ricicla?

Posted by on Mar 2, 2020 in Blog

Santa Maria Capua Vetere (anche abbreviata come Santa Maria C. V. o S. Maria C.V.) è un comune italiano di 32.808 abitanti della provincia di Caserta, in Campania. Sorge esattamente sulle rovine dell’antica Capua, come attestato dai numerosi monumenti dell’epoca romana – su tutti, l’Anfiteatro campano, secondo per grandezza solo al Colosseo – nonché dall’etimologia dell’odierno toponimo. Dopo gli antichi fasti, la città mutò in un borgo contadino e divenne frazione dell’odierna Capua. Santa Maria Capua Vetere è famosa per i suoi numerosi monumenti di età romana. Tra essi ricordiamo l’Anfiteatro Campano, secondo per dimensioni solo al Colosseo, al quale probabilmente servì come modello essendo stato, verosimilmente, il primo anfiteatro del mondo romano. Fu sede, tra l’altro, della prima e rinomatissima scuola di gladiatori che sarà teatro della famosa rivolta di Spartaco del 73 a.C. La città è sede poi anche di un Mitreo, luogo sacro dedicato ai riti per il dio Mitra, e che riveste ad oggi una importanza internazionale essendoci al suo interno raffigurato un Taurocedio in buono stato di conservazione. La città si colloca nella felix terra, denominata così dai romani, ma diventata, negli ultimi anni, la “terra dei fuochi”. Perché si chiama in questo modo? Viene definita Terra dei fuochi tutta quell’area in cui la Camorra brucia da anni i rifiuti tossici con conseguenze molto gravi per l’ambiente e per la salute dei residenti e di tutti coloro che mangiano prodotti provenienti da quelle zone. Questa – purtroppo – vasta area è localizzata tra le province di Napoli e di Caserta; qui la criminalità organizzata gestisce lo smaltimento illegale di rifiuti speciali che arrivano da tutta Italia. Il primo a diffondere questa definizione è stato Roberto Saviano col suo libro Gomorra. Lui, a sua volta, l’ha recuperata dai Rapporti Ecomafia di Legambiente. La situazione della cosiddetta “Terra dei fuochi” viene da lungo tempo denunciata da molti cittadini dei comuni colpiti dalle gravi conseguenze in termini di salute dello smaltimento illegale di rifiuti tossici; della situazione si occupano tutt’oggi moltissime associazioni che, insieme ai privati cittadini, fanno appelli, esposti e manifestazioni perché questa situazione non venga dimenticata. In un ambiente così “pericoloso” capire e analizzare lo smaltimento dei rifiuti dovrebbe essere una priorità di ogni comune. La raccolta differenziata parte in Italia intorno al 2008 e investe pian piano tutti i comuni campani. In queste pagine cercheremo di capire l’andamento della raccolta differenziata, dove a da chi vengono gestiti i rifiuti e se il comune di Santa Maria Capua Vetere rispetta le norme di Amministrazione trasparente così come previsto dalla legge. La svolta L’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere – negli anni in cui l’Italia viene investita da un’ondata di sensibilizzazione nei confronti della raccolta differenziata – intuisce che è necessario apportare delle modifiche al sistema di raccolta dei rifiuti. Il punto di partenza del cambiamento si colloca nell’Aprile del 2010, quando – tenuto in considerazione l’art.3 dell’O.P.C.M. (ordinanza del presidente del consiglio...

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Albanella di Lucia

Posted by on Mar 2, 2020 in Blog

Adagiata su colline ricche di ulivi, posizionata a metà strada tra i Monti Alburni ed il Golfo di Salerno su di una collina che domina tutta la Piana del Sele, Albanella, fondata nell’XI secolo da profughi, provenienti da Paestum, probabilmente popolazioni greco-albanesi, alla ricerca di un sito al di fuori della portata delle incursioni dei saraceni, è un ricco paesino in provincia di Salerno che con i suoi pochi abitanti, accoglie chi decide di farvi visita. Ricca di storia e di cultura, vi sono stati diversi ritrovamenti archeologici visibili presso il Museo archeologico nazionale di Paestum ed il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, come la tomba della fanciulla offerente; arricchita da tanto verde, e natura, infatti vi è stata istituita nel 1995 e gestita dal settembre 1999 dal WWF l’oasi naturale di Bosco Camerine in convenzione con il comune di Albanella. L’oasi protegge circa 100 ettari di bosco, nella frazione Bosco Camerine a circa 3,5 km a nord-est dal centro abitato di Albanella, scampato nel corso dei secoli alla deforestazione operata da contadini e pastori. L’oasi è inserita tra le aree contigue del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e si sviluppa lungo il fianco scosceso di una collina per un’altezza sul livello del mare compresa tra i 130 e i 390 metri. Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Capaccio, appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d’Italia ha fatto parte del mandamento di Capaccio, appartenente al Circondario di Campagna. Gli albanellesi sono fieri del proprio paese e per questo si impegnano ogni giorno a tenerlo pulito e se ne prendono cura come meglio possono: ecco perché si impegnano ogni giorno a differenziare e a riciclare il più possibile. Tutto ebbe inizio ormai nove anni fa, quando nel 2010 fu deciso di avviare nel comune la raccolta differenziata. Per capire se la raccolta venga effettivamente rispettata e soprattutto funzioni, siamo andati alla ricerca di dati e attraverso una ricerca meticolosa, una pianificazione dettagliata e specifica abbiamo potuto constatare quali siano in effetti i punti di forza e di debolezza della raccolta rifiuti del paese Punto cruciale di tutta l’analisi è sicuramente la modalità della raccolta differenziata effettuata dall’amministrazione comunale, che si può riassumere facilmente attraverso questi pochi step presenti sul piano orizzontale, che va appunto dall’inizio della stessa ad oggi. Come possiamo vedere nel nostro Tiki Toki, nonostante ci siano pochi momenti importanti, Albanella continua a fare del suo meglio, riuscendosi a “differenziare” dagli altri paesi vicini. Come si evince dai dati raccolti e riassunti in modo leggibili nella Scheda notizie per il monitoraggio civico, e soprattutto grazie ai dati che riguardano le cifre spese per lo smaltimento dei rifiuti, consultabili qui, al fine di mantenere il territorio incontaminato, Albanella ha proceduto alla raccolta differenziata “porta a porta” e ciò ha portato indubbiamente...

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CASALUCE E LA RACCOLTA DIFFERENZIATA, UNA CHIMERA

Posted by on Mar 2, 2020 in Blog

CASALUCE E LA RACCOLTA DIFFERENZIATA,  UNA CHIMERA Casaluce, un comune della provincia di Caserta di 10274 abitanti.  Un paese che non riesce ad arrivare al 65% di raccolta differenziata come previsto dalla legge, un comune che regredisce col passare del tempo. A Casaluce, l’accostamento “Terra dei Fuochi” non è apprezzato e nemmeno conosciuto. Ma basta nominare la località Popone per capire che della Terra dei Fuochi è un punto nevralgico. Infatti, è proprio sotto il cavalcavia dell’Asse Mediano che collega la Nola-Villa Literno (località Popone) che continuano, ancora oggi, a verificarsi roghi dolosi. A bruciare, rifiuti di ogni genere, dai copertoni al materiale tessile per finire alle lastre di eternit(amianto). Casaluce, un paese che nel 2017 ha un vero e proprio calo, infatti conta solo il 29% di Raccolta differenziata.  Ecco quanto emerge dai dati ricavati. Dai dati riportati notiamo che Casaluce inizia con un 2011 con tutte le buone intenzioni, infatti riesce a raggiungere circa il 42,69%, proseguendo in modo piuttosto lineare fino al 2014 dove si è avuto un calo consistente per poi risalire nel 2015. Dal 2015 in poi la situazione inizia a regredire arrivando ad un 29% nel 2017. Notiamo quindi, che Casaluce, non riesce ad arrivare al minimo previsto dalla legge. La domanda sorge spontanea, perché ciò?  In seguito analizzo i dati ricavati, passando in rassegna negli anni per capire davvero cosa sia successo. Buoni Propositi Differenziarsi, questa è stata la scommessa fatta dal Comune di Casaluce nel 2009, con la quale da via al sistema di raccolta differenziata “porta a porta”. E’ infatti, proprio nell’anno 2009 che il Sindaco di Casaluce, Nazzaro Pagano, chiamato Rany, invita i propri concittadini a “differenziarsi”, dando inizio alla raccolta. Se pur partiti con buone intenzioni, non si è arrivati all’obiettivo sperato, infatti Casaluce, continuava a non differenziarsi. Le cose iniziano a cambiare nel 2011, quando Casaluce, in seguito all’allerta rifiuti emanata dalla Regione Campania, ci riprova. È infatti proprio in quell’anno che si riparte con il servizio di raccolta differenziata, stanziando una somma di circa 80.000€. Il comune riparte sensibilizzando i propri cittadini attraverso un vero e proprio piano di comunicazione (ordinanza n.30 del 16/06/2011), creando un nuovo calendario di raccolta differenziata e fornendo il kit gratuito per la raccolta. Infatti il Comune distribuisce sacchetti e contenitori gratuiti per la raccolta. Segno decisivo è stato l’inizio del monitoraggio delle zone che sono tutt’oggi soggette a rischio rogo e sversamento di rifiuti, e dell’apertura dell’Isola Ecologica per lo sversamento dei rifiuti ingombranti. ANALISI ANNI 2016-2017, PRO E CONTRO Casaluce, si differenzia davvero? Come detto precedentemente, fino al 2015 c’è stato un andamento piuttosto lineare, sono gli ultimi due anni,2016 e 2017, che riscontriamo un calo. Passiamo in rassegna proprio degli ultimi anni per capire cosa è successo davvero.  Nel 2016, ci sono state diverse forme di incentivazione, infatti, il Comune ha realizzato una campagna di comunicazione per illustrare...

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San Cipriano Picentino ricicla e fa la differenza

Posted by on Mar 2, 2020 in Blog

“Vi è tra i monti una valle bellissima sulla quale sovrasta, ergendosi al cielo, la rupe Cerreta” recitava Jacopo Sannazzaro nel 1500. Questa valle bellissima, in provincia di Salerno che oggi conta 6.712 abitanti, ha rischiato più volte di vedersi deturpata i suoi scenari, spesso a causa del male del secolo: i rifiuti, e preservarla diventa sempre più difficile. Per questo motivo dal 2008 ha deciso di riciclare per  preservare la sua naturale bellezza. Buoni Propositi: Già nel 2000 l’amministrazione avverte la necessità di regolamentare la gestione della raccolta dei rifiuti, quindi con il sindaco dott. Attilio Naddeo e la delibera numero 37, si sottoscrive una convenzione con la società “Futura San Cipriano Picentino srl” che propone un modello innovativo di gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani. In merito a ciò, la società propone al comune di attivare un modello di raccolta differenziata integrata, presentato con proprio progetto al Consorzio Sa2 e quindi al Commissariato di Governo per l’emergenza. La società propone di attivare la raccolta facendosi carico di tutti gli oneri, chiedendo però all’amministrazione, di restituire alla società i ricavi derivanti dal mancato smaltimento che la raccolta differenziata consente. I ricavi derivanti dallo smaltimento di materiali da imballaggio quali  acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro presso il CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) verranno incassati direttamente dalla Futura San Cipriano srl. Sarà a carico del comune solo lo smaltimento della frazione secca indifferenziata, degli ingombranti, dei rifiuti urbani pericolosi e tossico-nocivi. L’analisi dei costi da sostenere per l’avvio di questa raccolta ammonta a 110.930.000 lire: Così, dal 30 Ottobre 2000, i sanciprianesi hanno l’obbligo di conferire in modo differenziato i rifiuti al pubblico servizio di raccolta con l’ordinanza numero 42, che regolamenta anche i giorni e gli orari del ritiro per ogni frazione e la disposizione dei bidoni condominiali. La prima calendarizzazione prevedeva: Organico o “umido”: il lunedì e il venerdì (nei sacchetti biodegradabili);Secco indifferenziato: il martedì, il giovedì ed il sabato (nei sacchi trasparenti);Carta e cartone: il mercoledì (ordinatamente ripiegati e impilati davanti al civico di provenienza);Contenitori in plastica per i liquidi: il mercoledì (nei sacchi trasparenti gialli);Per il vetro, latte in alluminio e banda stagnata, pile esauste e farmaci scaduti: deposito nei cassonetti stradali appositi. La violazione delle norme è punita con la sanzione amministrativa da 50.000 a 300.000 lire. A tal proposito vengono rilasciati ai cittadini opuscoli informativi su come smistare i rifiuti e sui giorni di conferimento. Punti di criticità e conseguenze: La calendarizzazione spesso e volentieri non veniva rispettata per quanto riguarda il ritiro delle utenze;I cittadini, scarsamente “istruiti” non sono operativi al 100%;Gli avvisi pubblici riguardo modifiche/cambiamenti sono confusi. La comunicazione non è valida e il servizio di raccolta non è né efficace, né efficiente, infatti di quegli anni non è tracciata la percentuale di RD, probabilmente perché vergognosa.  Lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti, del 2008, tocca...

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Lusciano, il lungo cammino per la raccolta differenziata

Posted by on Mar 2, 2020 in Blog

La storia della raccolta differenziata a Lusciano è la storia di un piccolo Comune italiano in provincia di Caserta di circa 15.463 abitanti che, dopo diversi ostacoli tra i quali l’emergenza rifiuti in Campania, è riuscito a risalire e portare la percentuale di raccolta differenziata tra il 50 e il 60%, cifre inimmaginabili fino a dieci anni prima. Questa ricerca è partita dalla richiesta e la lettura di documenti di pubblico dominio relativi proprio al funzionamento della raccolta differenziata nel Comune casertano. I dati pubblici, le informazioni e i documenti istituzionali sono stati richiesti al Comune di Lusciano presentando una richiesta di accesso civico generalizzato ai sensi dell’Art. 5 del d.lgs. n. 33/2013 come modificato dal d.lgs. n. 97/2016. La richiesta è stata presentata il 20/10/2018 ed il Comune ha risposto il 5/11/2018, rilasciando i dati richiesti e rientrando nel limite dei 30 giorni previsti dalla Legge.Attraverso l’utilizzo del Tiki Toki (https://www.tiki-toki.com/timeline/entry/1161928/Lusciano-la-lunga-strada-per-la-raccolta-differenziata/) è possibile analizzare gli avvenimenti salienti dagli anni 90 fino al 2017.Dagli anni ‘90 al 2016 Nei primi anni 90 è il Consorzio CE 2 a gestire lo smaltimento dei rifiuti del comune casertano, ma con pessimi risultati. Cattiva gestione e comunicazione pubblica portano la percentuale di raccolta differenziata al di sotto del 20%. A peggiorare le cose, nel 1994 scoppia l’emergenza rifiuti in Campania e il comune di Lusciano viene trascinato nel caos di una crisi di grande portata. Interviene dunque l’esercito che, di notte, svuota le strade della città. La soluzione, seppur momentanea, arriva nel 1998, quando attraverso l’ordinanza  277/98 si decide di costruire negli impianti FIBE un sito di stoccaggio di rifiuti tra Giugliano e Villa Literno chiamato Sisp di Taverna del Re, dove vengono depositate oltre 7 tonnellate di rifiuti provenienti dal comune di Lusciano e da tutto l’agro aversano. Finalmente alla fine del 1998 il Comune casertano viene commissariato ed inizia la raccolta porta a porta.   Nel 2013 la svolta: il comune di Lusciano chiede alla S.U.A. di Caserta una gara d’appalto della durata di cinque anni. Vince l’IMPRESUD S.R.L. del Gruppo Iavazzo che subito fa partire il progetto ‘Segui la differenza’, delineando le linee guida per una corretta raccolta differenziata. Nello stesso anno, però, la società viene interdetta per questioni giudiziarie. Nonostante ciò, durante la gestione del Gruppo Iavazzo, il Comune raggiunge una percentuale di raccolta differenziata pari al 61,52% nel 2015.Il biennio 2016-2017Inizia il biennio d’oro per il comune di Lusciano, complice il lavoro svolto gli anni prima dall’IMPRESUD S.R.L. I dati parlano chiaro: con una produzione pro capite  annua di 476,087 kg e un totale raccolto sul territorio comunale di 7.316 tonnellate, il piccolo Comune raggiunge il 62,25% di percentuale di raccolta differenziata. Il grafico ci aiuta a capire la portata del picco: (https://infogram.com/app/#/edit/796eaaf4-f43e-4e71-9a48-4541acb84d06) Come si può notare, il 2017 registra una frenata sulla percentuale di raccolta, forse complice un cambio di guardia sulla gestione che viene affidata...

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